Torino Tech, con l’Italian Tech Week
Nell’immaginario comune di Torino, le OGR sono collegate alla tecnologia, allo sviluppo e al progresso. Quale luogo migliore per ospitare l’Italian Tech Week?
Dal 27 al 29 settembre torna l’appuntamento di rilievo nazionale e internazionale per confrontarsi con i più recenti orizzonti dello sviluppo tecnologico, con ospiti da tutto il mondo e realtà di successo in tutti i campi: la tecnologia infatti è sempre più integrata nelle nostre vite e ci accompagna anche dove non ci aspettiamo.
L’ITW ci guiderà dunque in un viaggio che dall’India va agli States, passando per l’Europa, toccando temi che spaziano dal cinema alla salute pubblica, dai trasporti alla solidarietà, dalla domotica allo spazio, dalla finanza alla filosofia e alla musica: sarà il racconto polifonico di un’era di profonde trasformazioni.
Tre giorni in cui nell’hub creativo OGR Torino le protagoniste assolute saranno l’intelligenza artificiale e la tecnologia, nelle sue più contemporanee declinazioni. Più di 160 ospiti da più di 10 Paesi, oltre 80 incontri, 30 masterclass, oltre alla presenza di 4 importanti premi rivolti a startup e giovani imprenditori.
Spazio anche al reale processo di sviluppo di nuove tecnologie: non si parlerà unicamente degli scenari di successo pieno e assicurato. Con “Lessons Learned”, format nuovo, si darà voce agli imprenditori che nella loro vita professionale hanno fallito e si sono rialzati. Storie di successo che partono però da inciampi che non hanno fermato la corsa inarrestabile verso la realizzazione, forti delle proprie idee e della propria determinazione.
Abbiamo rivolto a Riccardo Luna (Direttore di Italian Tech e curatore di ITW) alcune domande.
L’edizione di Torino è una delle più importanti tech conference europee. Come si è arrivati a questo riconoscimento?
È chiaro che nel mondo ce ne sono di più grandi della nostra, ma non è scorretto dire che è il più grande evento tech italiano. Questo successo è cresciuto anno dopo anno grazie alla formula che porta un ospite di livello internazionale ad ogni edizione, quest’anno addirittura due, Brian Chesky e Sam Altman. A partire da questo costruiamo conferenze per tutti: si possono apprendere competenze pratiche nuove, creare community, conoscere nuove cose, radunare startup, venture capital e investitori. Quest’anno abbiamo allungato il programma di un giorno, con un ‘menù’ composito, aperto a tutti. Fare innovazione vuol dire avere l’ottimismo degli innovatori e la consapevolezza che siamo nell’anno dell’intelligenza artificiale.
Ha parlato di riunire start up e investitori: proprio a partire da questo, come fare in modo che le start up si parlino e si conoscano tra di loro per non rimanere isolate?
Bisogna partire da eventi come l’Italian Tech Week, costruendoli in modo che non siano autoreferenziali. Per questo ho voluto creare un ‘evento di eventi’, ospitando da noi altre realtà per questi tre giorni: Premio Business Angel dell’anno del Club degli Investitori e GammaDonna, sono alcuni dei momenti che accompagnano il programma e che hanno raccolto numerosissime adesioni.
Ha detto che siamo nell’anno dell’intelligenza artificiale: ChatGPT è un fenomeno già sfumato, o ha ancora opportunità di utilizzo inesplorate?
Siamo soltanto all’inizio e ChatGPT fa ancora tantissimi errori, ma ha potenzialità inesplorate. Di intelligenza artificiale si parla dagli anni ’50 ma tutto deve ancora accadere. Non direi che l’attenzione è sfumata, le ricerche ci dicono che questa estate l’utilizzo era in calo, ma è successo perché le scuole erano chiuse e i ragazzi lo usavano di meno a supporto dello studio. La particolarità dell’intelligenza artificiale è che non sostituisce l’uomo ma si affianca