Torino, elezioni: Damilano ringrazia i moderati, ma deve vincere in periferia
Sarà ballottaggio tra Lo Russo e Damilano, a Torino, il 17-18 ottobre. Il Movimento 5 Stelle è crollato nei consensi. Qui però si fermano le previsioni azzeccate, tra quelle che si facevano alla vigilia delle elezioni amministrative del 3-4 ottobre. Questo è il primo dato: in linea con la tendenza nazionale, il centro-sinistra ha fatto meglio delle aspettative. Ci si attendeva un leggero vantaggio di Damilano, ma i numeri alla fine dello spoglio dicono: Stefano Lo Russo 43,9%, Paolo Damilano 38,9%, Valentina Sganga 9%.
Il secondo dato, il più evidente e quello su cui si soffermano entrambi i candidati rimasti in corsa ma anche la sindaca uscente Chiara Appendino, è l’astensione. Per la prima volta nella storia di Torino, il primo turno delle elezioni amministrative ha visto più persone astenersi che votare. Il 48,07% è il dato definitivo dell’affluenza.
Non a caso, le circoscrizioni con la maggior percentuale di votanti sono la 1, la 4 e la 8, che consegnano tutte ampie vittorie a Lo Russo. Si tratta anche delle uniche dove si supera (di poco) il 50% di affluenza. Le circoscrizioni che erano date per vinte da Damilano prima del voto erano la 5 e la 6: qui, l’affluenza è stata tra il 42 e il 43%.
“Torino bellissima” sbanca tra i moderati e supera i partiti
Un terzo elemento è quello della divisione dei voti dentro il centro-destra. La lista personale di Damilano, “Torino Bellissima”, è stata uno degli elementi fondamentali della campagna dell’imprenditore. Accusato di essere troppo legato alle imposizioni di Lega e Fratelli d’Italia, Damilano ha spesso replicato di essere un candidato moderato e liberale.
La scelta lo ha premiato, a livello personale: Torino Bellissima è la prima lista del centro-destra con l’11,86% dei consensi, ha superato i partiti tradizionali (FdI a 10,47%, Lega caduta a 9,84%). Nella sinistra, invece, il Partito democratico ha mantenuto il ruolo centrale nella coalizione: con il 28,56% dei consensi, è il primo partito in città.
Un dato interessante: la lista di Damilano ha fatto specialmente bene in quelle circoscrizioni dove ha vinto il centro-sinistra. Nel centro (circoscrizione 1), addirittura, ha preso il 20% dei consensi. Il voto moderato e legato in passato a Forza Italia, evidentemente, ha premiato la scelta di Damilano di smarcarsi dai partiti.
Per converso, però, le circoscrizioni 5 e 6, quella periferia nord che ha votato poco ma quando l’ha fatto ha scelto il centro-destra, sono le uniche in cui la parte del leone nella coalizione l’hanno fatta Lega e, soprattutto, Fratelli d’Italia.
“Inizia la seconda partita”
L’attenzione a Torino, per quanto riguarda le elezioni, si sposta ora sul ballottaggio. Stefano Lo Russo parte favorito: se l’affluenzafosse ancora più bassa, come storicamente succede nei secondi turni delle elezioni, e una parte dei voti pentastellati si volgesse a sinistra, la vittoria non sarebbe lontana.
“È un risultato incoraggiante, che è stato possibile grazie alla compattezza del centrosinistra e di un programma molto chiaro. L’avversario da battere ora è Paolo Damilano, è la destra di Salvini e di Meloni”, ha dichiarato Lo Russo.
Proprio Damilano, dall’altra parte, per vincere dovrà sperare che gli elettori e le elettrici del Movimenti 5 Stelle scelgano lui e, come ha affermato nella serata di lunedì, dovrà “battere le strade della periferia per convincere più persone a votare e coinvolgerle con il nostro programma”.
Cinque Stelle decisivi?
Il Movimento che ha governato la città negli ultimi 5 anni, quindi, sarà probabilmente l’ago della bilancia delle elezioni a Torino, nel voto del 17-18 ottobre. Ne sono consapevoli Valentina Sganga e Chiara Appendino, che ieri hanno tenuto lo stesso tenore nelle dichiarazioni: “Non sosterremo nessuno, nel nuovo consiglio comunale saremo all’opposizione. Ora sta ai candidati mobilitare con le loro proposte altre persone, non daremo indicazioni di voto”.
Se nel frattempo, a Roma, Giuseppe Conte dava indicazioni diverse (“I nostri programmi non possono essere affini con le forze di centro-destra”), a Torino la questione è più delicata. Lo Russo è sempre stato apertamente ostile a legami con i 5Stelle, sia a livello nazionale che in città, e ha mantenuto la sua linea: “Non cercheremo apparentamenti, abbiamo una cosa che si chiama coerenza”. Damilano, dall’altra, si presenta come un candidato di centro-destra particolarmente carismatico e che ha investito proprio sul suo essere moderato e “civico”. Anche lui, comunque, ha rifiutato l’idea di fare esplicitamente appello a elettori ed elettrici del Movimento.
Il voto nella cintura e nel resto del Piemonte
Le elezioni non hanno coinvolto solo Torino. Dei comuni piemontesi con più di 15mila abitanti che non sono capoluogo di provincia, nove hanno votato. Tra questi, sarà ballottaggio in tre casi: a Beinasco e a Pinerolo tra centro-destra e Movimento 5 Stelle, a San Mauro Torinese tra centro-sinistra e centro-destra.
Negli altri sei casi, si sono confermate le amministrazioni uscenti. Due sono di centro-destra (Carmagnola e Trecate), due di centro-sinistra (Nichelino e Rivalta) e due appoggiate da liste civiche (Ciriè e Domodossola).
Tra gli altri principali comuni al voto in Piemonte, a Novara si conferma Alessandro Canelli della Lega al primo turno. A Bardonecchia è stata eletta la prima sindaca nella storia del paese.