Substack e polemiche
Un numero sempre maggiore di giornali e giornalisti sta cercando modelli alternativi per sopravvivere alla crisi attuale dei quotidiani. Uno dei casi di successo più citati è quello di Substack, una piattaforma per newsletter a pagamento fondata nel 2017 negli Stati Uniti. Il modello di business prevede che i lettori paghino su base mensile o annuale per ricevere i contenuti, e la piattaforma trattenga il 10% delle entrate totali per mantenersi.
Il modello sembra funzionare soprattutto per i giornalisti o i gruppi di giornalisti che si occupano di temi di nicchia che non trovano spazio sui giornali ma hanno già un pubblico di lettori affezionati. La libertà editoriale ha attirato molti autori anche di livello, ma proprio questo aspetto ha dato adito a critiche e accuse di dare spazio e sostanziosi anticipi economici alla pubblicazione di scrittori dalle note opinioni transfobiche e discriminatorie.
I fondatori della piattaforma si difendono affermando che Substack Pro offre a scrittori selezionati un pagamento anticipato per il primo anno sulla piattaforma ma, dopo quell’anno, non c’è nessun tipo di fisso garantito e gli scrittori possono attingere al 90% di quello che guadagnano.