Siccità e nuove prospettive ambientali
Anche se i media non ne dessero notizia, tutti abbiamo ormai notando il periodo di siccità che stiamo attraversando ultimamente: sono infatti due mesi che non piove nel torinese, ma il problema è esteso anche ad altri territori.
Quelle che ci passano sotto gli occhi oggi sono le immagini del lago artificiale di Ceresole, ormai prosciugato e ridotto a un rigagnolo a ridosso del muro della diga. La mancanza di piogge e nevicate (l’ultima risale all’8 dicembre) ha trasformato uno dei paesaggi più apprezzati in tutto il Piemonte, in una distesa di sabbia battuta dal sole.
«In questo periodo l’invaso è sempre alla sua portata minima – conferma il vicesindaco, Mauro Durbano – La siccità ha fatto il resto, generando un grosso problema con la polvere che si alza dal lago asciutto a causa del vento». Infatti, se è vero che nei mesi invernali il lago è sempre piuttosto asciutto, non bisogna dimenticare che solitamente è comunque ricoperto di neve e ghiaccio. Che quest’anno non ci sono.
Per un territorio montano e turistico come questo, i danni all’economia sono importanti: crollo delle presenze turistiche, chiusura degli impianti di sci di fondo, attività commerciali poco frequentate e chiusura anticipata delle cascate di ghiaccio. Ma naturalmente l’intero ecosistema alpino che ricade sotto il Parco nazionale del Gran Paradiso è messo a dura prova dal cambiamento climatico: «In termini ambientali il peggio deve ancora venire» assicurano gli esperti, sia per la fauna sia per la flora del Parco.
La politica è sollecitata a prendere provvedimenti: lunedì si era svolto un consiglio aperto a movimenti e associazioni ambientaliste per chiedere alla Regione di agire contro l’emergenza eco climatica. Oggi arriva il via libera al mercato volontario di carbonio anche in ambito urbano, abbinato a progetti di riduzione delle emissioni e meccanismi di compensazione grazie agli alberi ‘mangia smog’. Alcune simulazioni dell’Ipla (Istituto per le piante da legno e l’ambiente) prevedono la piantumazione di boschi urbani o la realizzazione di nuovi viali alberati. L’obiettivo è recuperare aree dismesse attraverso piante autoctone che possano assorbire carbonio: un ettaro di bosco, per esempio, conta circa 500 alberi e permette di assorbire tra le 150 e le 200 tonnellate di anidride carbonica nell’arco di 30 anni.
Un altro appuntamento che metterà al centro dell’analisi il clima e l’ambiente è il meeting internazionale dei Fridays for Future, in programma dal 25 al 29 luglio a Torino, come previsto già nel 2019 (ma rimandato a causa della pandemia), che richiamerà nella nostra città circa 500 attivisti da tutta Europa.