S.O.S. – sostegno orfani speciali
14 giorni ci separano dalla ricorrenza del 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ma l’attenzione non può calare. Soprattutto, deve allargare lo sguardo alle vittime collaterali dei femminicidi: orfani di madre e spesso anche di padre, dopo che questi sono andati in carcere o si sono suicidati, i figli di queste famiglie spezzate hanno tutto il diritto di ricostruire la propria vita.
Le difficoltà sono naturalmente di carattere psicologico (con disturbi, fobie, ossessioni), ma toccano anche tutti gli aspetti della vita quotidiana, dalle questioni economiche alla ripresa degli studi dopo il lutto, passando per il cambiamento drastico di abitudini e di legami famigliari.
Nasce per questo motivo “S.O.S. – sostegno orfani speciali”, un progetto selezionato dall’impresa sociale “Con i bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà minorile. L’obiettivo è quello di creare una rete di sostegno e aiuto per superare il trauma e gettare le basi per la costruzione di un futuro possibile e appagante grazie a percorsi educativi e formativi personalizzati.
1.650.000 euro per 4 anni, 24 enti (Procura dei minorenni di Torino, 18 organizzazioni di Terzo settore, 2 Università, 2 ordini professionali e 1 ente locale) con capofila i Centri Antiviolenza E.M.M.A. Onlus: questi i soggetti che collaborano offrendo competenze multidisciplinari ai bambini e ai ragazzi interessati. Il primo passo, difficile, è l’individuazione dei minori o dei ragazzi da poco maggiorenni: non esistendo un censimento o un registro, bisogna trovarli a partire dalla ricostruzione dei casi di cronaca. Se ne contano così circa 48 ragazzi nel 2020 nel Nord Ovest d’Italia (Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta) vittime dei 28 omicidi di donne madri.
Il secondo passo è creare un luogo fisico per accoglierli quando non ci sono famiglie affidatarie disponibili sul momento. E successivamente, non bisogna trascurare la formazione delle future famiglie per accogliere adeguatamente dei figli traumatizzati. Famiglie che spesso sono legate da parentele, e che quindi vivono anch’esse il lutto dell’omicidio avvenuto. Anche a queste va dato un supporto per elaborare la perdita e modificare le dinamiche interne in modo virtuoso e accogliente.
Inoltre, sostegno economico, si diceva. Essenziale per l’inserimento in nuovi nuclei famigliari che già a loro volta possono comprendere dei figli, oppure (come spiegano da “Con i bambini”) «quando si affidano a nonni con la pensione due o tre nipoti, che avrebbero bisogno di un supporto psicologico dedicato e che invece non riescono neanche a mettere assieme il pranzo con la cena»