Questa settimana ho bevuto…
Inauguriamo la nuova rubrica nello spazio di TOradio dando ai nostri lettori qualche info utile per bere (bene), ovviamente senza alcuna discriminazione per l’acqua.
Partiamo subito carichi presentando l’ospite della settimana, il nostro amato e raffinatissimo GIN.
Già li vedo gli innumerevoli gin tonic che verranno bevuti. MI RACCOMANDO BEVETE RESPONSABILMENTE, EH!
Torniamo a noi.
Il signor Gin nasce all’incirca verso il XIII secolo tra l’Olanda e il Belgio: una bevanda alcolica a base di bacche di ginepro, il cui nome in origine era jenever. Successivamente Guglielmo d’Orange, quando si insediò sui troni di Scozia e d’Inghilterra, diede il consenso per la distillazione degli alcolici e da jenever gli inglesi lo abbreviarono in gin.
Questo perché la bevanda a base di ginepro registrava numeri di produzione ben più alti della birra stessa, dati dal fatto che per la distillazione non era necessario utilizzare materie prime di altissima qualità e di conseguenza anche i suoi numeri di consumo erano altissimi.
Come nasce il Gin Tonic?
Anche qui dobbiamo fare una interessantissima ricerca storica.
È necessaria una premessa: il gin con le bacche di ginepro era usato ai fini medicamentosi: durante la Guerra dei Trent’anni era “la medicina” dei soldati perché veniva miscelato con la chinina (data per la malaria), ma avendo questa un gusto non troppo amabile, per farla andare giù si aggiungevano due gocce di gin.
Ecco qui il Gin Tonic.
Drink amatissimo da F. Scott Fitzegrald e tutt’ora il più diffuso al mondo.
L’arte del gin si è andata così a raffinare, tanto da avere oggi solo l’imbarazzo della scelta: sul mercato se ne contano davvero tanti!
Anche le sue caratteristiche cambiano, dagli affumicati a quelli eleganti e morbidi; tant’è che alcuni gin possono essere bevuti lisci o se si preferisce “on the rocks”.
Gin giapponesi
Amici beverini, credo che sia opportuno scrivere qualche riga sui gin giapponesi che mi hanno davvero conquistato il cuore. Le caratteristiche di questi gin sono molto diverse da quelle classiche, della tradizione inglese, poiché durante la seconda distillazione in Sol Levante vengono aggiunte erbe e spezie locali: tè verde, fiori e frutto di ciliegio, zenzero, yozu per citarne alcune.
La loro eleganza e persistenza sembrano regalare una coccola alle papille gustative.