Questa settimana ho bevuto…

 Questa settimana ho bevuto…

Per questa settimana ho deciso di presentarvi una cantina del Roero e di fare due chiacchiere con un amico, Andrea Careglio, titolare dell’omonima cantina.

La cantina Careglio con la produzione dei suoi vini risulta essere una vera e proprio eccellenza. Dalla produzione del Roero (vino rosso e corposo) passando ai bianchi come Favorita, Arneis e Rosati. Vediamoli insieme nel dettaglio.

L’azienda è stata fondata dal padre di Andrea nei primi anni ottanta, dapprima occupandosi di agricoltura e frutteti come era solito coltivare in queste colline (in particolare pesche, mele, albicocche, susine, fragole), e solo dopo aver piantato i primi vigneti l’azienda iniziò a vinificare Arneis e Nebbiolo e Barbera

Il primo imbottigliamento è stato eseguito nel 1986, nella piccola cantina ricavata tra le mura della casa, Andrea ci racconta il cuore stesso dell’azienda: “Mio padre ha iniziato veramente da zero, abbandonando il lavoro in fabbrica e acquistando con tanti sacrifici un paio di trattori, attrezzi, i terreni, e pian piano le prime attrezzature da cantina. Col tempo, le colture sono state sostituite con vigneti e ci siamo dedicati sempre più alla produzione di vino”.

Ad oggi la superficie vitata della cantina Careglio conta quasi 10 ettari, con una produzione di bottiglie più che triplicata rispetto agli inizi, e si presenta al mercato anche internazionale con nuove tipologie di vini.

L’attuale mercato vede come principali paesi fruitori, oltre il territorio nazionale, Europa e qualche stato in USA.

Nel 2019 la famiglia Careglio inaugura la nuova cantina in Baldissero d’Alba: dove i vigneti trovano collocazione tra i migliori versanti delle colline di questa località, donando al vino quella caratteristica in più che lo contraddistingue.

Quale, secondo una tua classifica, ritieni essere il tuo miglior vino?

La mia gamma di vini la si può vedere qui.
Di certo, vado fiero e ritengo più importanti i vini a DOCG Roero. Non so dare un ordine di importanza.
-Il Roero Arneis Docg perché rappresenta il nostro vino più venduto, con il quale abbiamo ricevuto tantissimi premi e soddisfazioni negli anni.
-Il Roero (il rosso) perché è un vino straordinario, al quale oggi, manca solo un po’ di fama sui mercati… È il miglior nebbiolo prodotto dalle nostre colline, forte anche di una vinificazione che esalta la sua complessità e dotazione aromatica che nasce solo nei sabbiosi suoli Roerini. 
Da quest’anno la nostra etichetta di Roero è cambiata, diventando Roero Riserva Docg. Ciò perché nel tempo ho imparato a attendere più tempo prima di presentarlo sul mercato, passando da circa 24 mesi di affinamento (di cui 12 in legno) ad oltre 32.

Ne ha giovato di molto la bevibilità, l’equilibrio e la piacevolezza.
-Infine non posso non  parlare ed essere fiero dell’ ultimo nato (ora è appena uscita la terza annata, la 2018): Il Roero Arneis Riserva “Savij” (da saggio, in piemontese). È una versione di Roero Arneis che ho fortemente voluto: esce sul mercato 4 anni dopo la vendemmia, affinato in acciaio per 1 anno, e poi in bottiglia. Non è un Cru particolare, ma un grande Roero Arneis che dimostra come questo vitigno sappia anche essere estremamente longevo ed interessante anche negli anni.
Le moderne tecnologie, le attenzioni dedicate, la conoscenza enologica e non per ultimo la qualità delle moderne chiusure (tappi) permettono di dare vita a questo grande vino. Ne produco solo 1000 bottiglie all’anno ed ha già portato a molti riconoscimenti e premi su guide.

Nuove produzioni: ci sono nuove idee?

Oltre al Savij che ho appena descritto, apro una parentesi.
Qualche anno fa, ho pensato intensamente ad un piccolo suolo di proprietà di mia nonna, incolto almeno da 30 anni (ricordo da piccolo c’erano alcune ciliegie e pesche) esposto “male” ai raggi del sole, comunque un posto esposto a nord, nord-est decisamente non adatto a Nebbiolo, arneis e altro.
Informandomi, ho capito invece che il vitigno Pinot Nero, di cui tanto amo i vini,  è invece particolarmente adatto a esposizioni simili.
Non ci ho pensato 2 volte ed abbiamo preparato il terreno e fatto il nuovo vigneto, provando una grande soddisfazione a ridare un senso e una possibilità a questo appezzamento di terra.
Nella recente vendemmia 2021 abbiamo raccolto per la prima volta le uve, vinificazione in rosso, ed è stato veramente una grande soddisfazione il primo assaggio. Ancora meglio di quanto potessimo immaginare.
Ora sta riposando in barrique, e sinceramente ho grandi aspettative e non vedo l’ora di uscire con le prime bottiglie!

Condividi con i tuoi amici

Adriana Miele