Premio Roberto Morrione 2022
IL GIORNALISMO DI INCHIESTA
Si sono svolte la settimana scorsa a Torino le Giornate del Premio Roberto Morrione dedicate al giornalismo di inchiesta.
Roberto Morrione ha lavorato in Rai dal 1962 al 2006 occupandosi da subito di informazione e di inchieste. Ha fondato e diretto Rai News24 realizzando inchieste investigative di taglio internazionale alcune delle quali, come quella sul fosforo bianco usato a Fallujiah e quella sulle armi segrete sperimentate in Iraq, hanno fatto il giro del mondo.
Dopo aver lasciato la Rai si è dedicato alle inchieste di mafia collaborando con l’Associazione Libera dove ha realizzato la Fondazione Libera Informazione che ancora oggi resta un punto di riferimento fondamentale nell’informazione antimafia.
Proprio nello spirito di continuare questo suo importantissimo lavoro di informazione e di inchiesta è nato il Premio Roberto Morrione: il premio infatti finanzia la realizzazione di progetti di inchiesta giornalistica su temi rilevanti per la vita politica, sociale, economica e culturale dell’Italia e dell’Europa come la tutela dell’ambiente, la legalità, i diritti umani e civili, lo sviluppo tecnologico, le attività economiche. Quest’anno sono stati presentati ben 39 progetti, di cui la giuria, presieduta da Giuseppe Giulietti, ne ha selezionati cinque. Novità del 2022 l’introduzione di una categoria dedicata ai radio-podcast di inchiesta.
Nella realizzazione delle inchieste i finalisti sono stati affiancati da tutor di grande esperienza, giornalisti esperti e tecnici che hanno aiutato a realizzare le inchieste anche grazie a un contributo di 4.000 euro per lo sviluppo e la produzione. Le cinque inchieste hanno concorso ad un premio finale di 2.000 euro che è stato assegnato alla migliore inchiesta di questa edizione. Sabato 29 ottobre alle OGR si è svolta la cerimonia di premiazione: l’undicesima edizione del Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo è stata vinta dall’inchiesta “Sulla loro pelle” di Marika Ikonomu, Alessandro Leone, Simone Manda, che ha investigato sulla gestione privata dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio e sulle violazioni dei diritti delle persone migranti
Il tema degli incontri che si sono svolti in questi giorni a Torino, prevalentemente al Circolo dei Lettori, è stato la guerra, anzi le guerre, come raccontarle e quindi quale debba essere il ruolo dell’informazione. Fra gli incontri più seguiti quello dedicato a L’informazione e la guerra nel racconto degli inviati a cui hanno partecipato Azzurra Meringolo Scarfoglio, giornalista di Rai Radio1, Ilario Piagnarelli di Rai News 24, Nico Piro del Tg3, Cecilia Sala Il Foglio e Chora Media e Nello Scavo dell’Avvenire. Al centro del dibattito la polarizzazione che ha colpito anche l’informazione rispetto, per esempio, al conflitto russo ucraino; così come la difficoltà di riportare sempre notizie verificate in modo indipendente. E poi come si parla di pace quando si racconta una guerra?
Ma si è parlato anche di guerre o conflitti che scompaiono dal dibattito pubblico e dall’agenda politica come l’Afghanistan, lo Sri Lanka o lo Yemen così come della necessità di avere cura del vero: si può parlare di verità nel giornalismo? L’Italia è al 58° posto nella classifica sulla libertà di informazione. Tanti i giornalisti sotto scorta, tantissimi precari e sottopagati: tutto questo inficia il diritto di cronaca e aiuta la distorsione della verità al fine di costruire una narrazione a scopi politici alterata e strumentalizzata.
Non è mancato naturalmente il tema delle mafie, quali sono le nuove forme di giornalismo per raccontarle e con quali parole parlare di mafie, guerre e diritti.
Tantissimi quindi gli ospiti e incontri tutti trasmessi in streaming che sono ancora visibili su premiorobertomorrione.it