Perché il Brasile brucia? La risposta nella nuova campagna di Animal Equality
Lo scorso 7 settembre la ONG Animal Equality ha lanciato un nuovo appello internazionale per chiedere all’Unione Europea e al Governo brasiliano di intervenire per fermare la deforestazione illegale dell’Amazzonia.
Qui, la deforestazione è legata all’industria della produzione di carne bovina, come ben dimostra la campagna del team investigativo di Animal Equality, che si è recato nello stato del Mato Grosso per indagare sugli incendi nelle foreste del Pantanal e nella savana del Cerrado, raccogliendo interviste e testimonianze di coloro che sono in prima linea nella battaglia contro la deforestazione.
L’organizzazione internazionale non-profit per la difesa dei diritti degli animali con il suo reportage rivela che gli allevatori appiccano illegalmente incendi per ricavare terreni da destinare all’allevamento di bovini da carne e per le piantagioni di soia, la maggior parte della quale viene esportata per essere utilizzata come mangime negli allevamenti di tutto il mondo.
Le immagini dell’inchiesta mostrano come gli allevatori possiedono terreni con foreste native oppure invadono terreni statali e appiccano illegalmente fuochi per liberare terreni per nuovi allevamenti; allevatori che non vengono sanzionati.
Inoltre, dal materiale raccolto da Animal Equality, si evince come lungo la Transpantaneira, una strada che attraversa la regione del Pantanal, intere aree sono distrutte dal fuoco e come la grave mancanza di acqua stia causando la morte di volatili, mammiferi, anfibi, rettili e di molti animali domestici.
Ad oggi il 70% della carne per la produzione di bresaola IGP utilizza materia prima proveniente dal Sud America. Una delle principali aziende italiane di produzione di bresaola, Rigamonti, è direttamente collegata alla multinazionale della carne JBS, accusata di produrre su terreni disboscati illegalmente.
Nonostante la condanna dei funzionari dell’UE infatti, la produzione illegale di carne bovina in Brasile continua a essere pesantemente sovvenzionata con denaro pubblico. Per questo motivo, Animal Equality attraverso un appello internazionale indirizzato al governo brasiliano, ai governi nazionali e ai partner commerciali, chiede di interrompere tutti i sussidi ai produttori che non dimostrano di approvvigionarsi da allevamenti in cui non si verificano abusi, di stabilire dei sistemi di monitoraggio adeguati, di smettere di importare prodotti provenienti da pratiche crudeli, e infine, di adottare politiche, interne ed estere, che aiutino a porre fine all’allevamento intensivo.
Il video-reportage di questa inchiesta è impreziosito dalla voce della cantante italiana Giorgia, che ha dichiarato: “Ho scelto di sostenere la campagna di Animal Equality perché il nostro pianeta è in pericolo: ogni giorno le scelte che facciamo possono incidere sulla sofferenza di milioni di animali e sulla salute del nostro ecosistema. Gli allevamenti intensivi e i macelli industriali sono una delle maggiori cause della deforestazione dell’Amazzonia in Brasile, delle emissioni di gas serra, della scarsità d’acqua, dello sfruttamento dei terreni e dell’estinzione delle specie. Di fronte a questa distruzione, non possiamo restare indifferenti”.