Nel giorno del Denim Day, l’ennesimo caso di femminicidio in Piemonte
Nel giorno del Denim Day – giornata di sensibilizzazione e protesta contro la violenza sulle donne, in particolare sulla vittimizzazione secondaria -, il Piemonte si ritrova a commentare l’ennesimo caso di femminicidio. Nella giornata di ieri, martedì 26 aprile, Sonia Solinas, 49enne di Dormelletto, è stata ritrovata senza vita con un coltello conficcato nel collo nella sua casa di via Vittorio Emanuele dalla madre. L’autore dell’omicidio è stato il suo compagno Filippo Ferrari, che poi ha deciso di mettere fine alla propria vita, lanciandosi nel vuoto da un ponte.
Un episodio che ha lasciato sgomento un intero paese e che arriva proprio a poche ore dal fine settimana, quando in Italia e nel mondo – compreso Torino e provincia -, si terranno numerose manifestazioni in occasione del Denim Day, ricorrenza che prese forma in seguito ad una sentenza del novembre 1998 da parte della Corte di Cassazione italiana. Nello specifico, un giudice ritenne innocente un istruttore di guida, accusato di violenza sessuale ai danni di un’allieva. Il motivo dell’assoluzione fu l’abbigliamento della ragazza, la quale indossava dei jeans “troppo attillati per poter essere sfilati dall’uomo senza la compartecipazione della giovane”.
A seguito della pronuncia, tutte le donne del Parlamento italiano scelsero di fare ingresso nelle aule con indosso dei jeans per simboleggiare l’indignazione e la solidarietà nei confronti della vittima, mentre l’associazione no profit Peace Over Violence, presieduta da Patricia Giggans, insorse ed istituì la giornata di sensibilizzazione contro le violenze sessuali: pertanto, a partire dal 1999, ogni ultimo mercoledì di aprile si celebra in segno di protesta il Denim Day.
Il Piemonte si trova a piangere un’altra ragazza, proprio nell’ultimo mercoledì del mese di aprile. Un paradosso che deve, assolutamente, portare un plus alla causa. Insistere sulla sensibilizzazione con interventi nelle scuole ed eventi sul territorio è l’obiettivo delle numerose associazioni presenti a Torino e provincia. Si richiede un intervento concreto dal mondo della politica, ma la sensazione è che, purtroppo, la violenza di genere sia ancora un tabù in Italia. Proprio come in quel mese uggioso di novembre del 1998, quando bastarono un paio di jeans per ritenere un istruttore di guida, accusato di violenza sessuale, innocente.