Musei tra virtuale e reale
Con il lockdown non ci siamo abituati solo a trasferire gran parte del nostro lavoro online, ma abbiamo cambiato anche le nostre abitudini nel fruire dell’offerta culturale. Infatti sono numerosi i musei che hanno creato percorsi e visite digitali per rimanere in contatto con il pubblico. Ora che gran parte dei musei hanno riaperto, questo know how digitale non deve essere perso ma sfruttato per integrare l’esperienza museale.
Per lavorare al meglio, la figura del social media manager acquista sempre più rilievo per dare originalità, creatività e soprattutto contenuti per un pubblico sempre più ampio. È così che si sperimentano piccole visite guidate su instagram accompagnate da descrizioni vocali, contenuti a cui si accede tramite Qr Code, focus su particolari opere da scoprire in apposite sezioni del sito, o ancora audiovisite virtuali.
A Torino sono numerosi i musei e i centri culturali che si sono reinventati per occupare lo spazio digitale fino a qualche tempo fa ancora poco sfruttato. Camera – Centro Italiano per la Fotografia, Musei Reali, Gam, Mao, Palazzo Madama, Museo Egizio, Polo del ‘900, e fuori da Torino, Villa Cerutti e Castello di Rivoli, sono solo alcune delle sedi culturali che hanno tenuto le porte aperte al pubblico da casa.
Tutti però sottolineano che queste nuove modalità non sono sostitutive dell’esperienza dal vivo, e anche il pubblico sembra confermare questa affermazione. Infatti nella prima settimana di riapertura dal 26 aprile al 1 maggio, i musei piemontesi sono stati presi d’assalto: primo fra tutti l’Egizio dove è stato registrato il sold out con oltre 5.309 presenze, seguito dalla Gam con 3.015 e la Reggia di Venaria dove dai registri risultano venduti 1.857 biglietti. Seguono i Musei Reali, Palazzo Madama e Palazzo Chiablese dove è in corso la rassegna Capa in Color. Un totale di 70.000 mila presenze distribuite su tutto il sistema museale piemontese che fanno sperare in una buona ripresa del comparto cultura.