Mirafiori candidata per la nuova mega fabbrica Intel

 Mirafiori candidata per la nuova mega fabbrica Intel

Si era parlato a fine luglio della possibilità che Intel, colosso dell’elettronica, aprisse in Italia la seconda fabbrica di microchip in Europa, dopo la prima in Irlanda, con un investimento di circa 8 miliardi di euro. Il 3 agosto, il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti aveva incontrato Alberto Cirio e aveva indicato proprio il Piemonte come area favorita per una candidatura italiana. Ieri, 1° settembre, un nuovo incontro tra Regione, Comune di Torino, mondo imprenditoriale e sindacati ha definito le opzioni possibili.

Sono quattro le aree che sono state indicate al ministero come idonee per costruire la nuova fabbrica Intel. La prima, e la più papabile, è Mirafiori, dove si potrebbe impiegare una superficie di 440mila metri quadrati – espandibili fino a 1 milione e 200mila con alcuni interventi urbani – di cui 10mila dedicati a edifici. Questa opzione sarebbe considerata la migliore sia perché già situata in un’area industriale, sia perché facilmente accessibile dall’aeroporto di Caselle (distante 30 km) e dal porto di Genova (a 170 km).

Le altre tre zone si trovano a Scarmagno – nonostante non sia stato accantonato il progetto di una gigafactory di batterie che Italvolt aveva ventilato nei mesi scorsi, nell’area in cui sorge l’ex stabilimento Olivetti –, a Vercelli e a Settimo Torinese. Quest’ultima metterebbe a disposizione due aree non contigue.

La candidatura, ha spiegato l’assessore regionale alle Attività produttive Andrea Tronzano, nasce dalla volontà di “riprendere il percorso intrapreso, che guarda in modo concreto allo sviluppo di Torino e del Piemonte”.

La stessa riunione di ieri, infatti, ha trattato anche altri aspetti del rilancio industriale della regione. Primo fra tutti, il tema dell’automotive, con la necessità di un incontro riguardante i progetti piemontesi di Stellantis, che oggi è stata inserita nel paniere dell’indice Euro Stoxx 50, cioè l’elenco delle 50 società dell’Eurozona ritenute più importanti e “sicure” da diversi gruppi finanziari. Ma anche il settore dell’intelligenza artificiale e la filiera produttiva dell’idrogeno, campi in cui la regione continua a mantenere un interesse per la propria crescita industriale.

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Luca Pons