La tecnologia a confronto con l’umano
Siamo alla seconda giornata di Biennale Democrazia entrata ormai nel vivo della programmazione.
Ai microfoni di “Wake Up” oggi abbiamo avuto ospite il professor Juan Carlos De Martin per qualche anticipazione sul suo intervento pomeridiano con la presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza.
L’incontro, “Umano e tecnologico”, ha esplorato le nuove sfide che la comunità scientifica deve affrontare per ampliarsi e integrarsi maggiormente con le materie umanistiche, in modo da coinvolgere la popolazione e fornire spiegazioni, non solo soluzioni tecniche.
Carrozza, che di formazione è bioingegnera, ha affermato con sicurezza che «La tecnologia è un’estensione dell’umano, lo può espandere, e migliorare le sue capacità come ad esempio succede nella medicina robotica. Oggi non ci si può polarizzare su un solo ambito».
Dello stesso avviso anche il professor De Martin, che riporta una sua riflessione: «La tradizione dell’istruzione scientifica italiana dava per scontato che lo studente universitario avesse completato la sua formazione umanistica alle superiori. Ora questa tradizione sta entrando in crisi: c’è una consapevolezza maggiore sul fatto che anche gli ingegneri debbano problematizzare la tecnologia sviluppata per la società». Per questo annuncia la novità del Politecnico di Torino, che a marzo 2022 lancerà ‘6 grandi sfide’: un progetto che comprende ben 24 corsi che metteranno a confronto e a disposizione degli studenti un’innovativa commistione tra tecnico e umanistico, un’occasione per mettere in dialogo saperi e discipline apparentemente lontane tra loro.
In conclusione, Maria Chiara Cattaneo sembra quasi riprendere il discorso sulla ‘narrazione monca del metodo scientifico’ di cui aveva parlato ieri Elena Cattaneo. Non si può interpellare la scienza solo al momento dei risultati e ignorare tutto il processo di ricerca. «La comunità accademica poteva fare di più durante la pandemia cercando di dare dei modelli interpretativi, spiegando che il metodo scientifico è basato su evidenze scientifiche, dando indicazioni più concrete alla politica. Se abbiamo imparato qualcosa da questa esperienza, e ora sappiamo fare autocritica all’interno della comunità scientifica, ora possiamo migliorare e accogliere la sfida del cambiamento climatico. È un’occasione che abbiamo davanti per parlare di più alla società»