JR: dare senso all’arte
Siamo stati all’inaugurazione della mostra Déplacé·e·s dell’artista JR, ospitata presso le Gallerie d’Italia in Piazza San Carlo.
Proprio Piazza San Carlo è stata protagonista di una performance che ha coinvolto circa 1400 cittadini, riunitisi spontaneamente dopo una call to action. Le immagini sono diventate subito virali: i partecipanti hanno tenuto e animato grandi teloni raffiguranti bambini di tutto il mondo fotografati da JR.
Nel dialogo di oggi con l’artista, JR ha potuto spiegare quella performance: “Non mi considero un artista impegnato, ma un artista che impegna le persone: sollevo la domanda, ma non do la risposta; io sono qui per lavorare con la gente e trovare un’immagine che abbia senso per loro”.
JR non nasce come artista con una formazione tradizionale: la sua prima espressione sono i graffiti e i tag. Un giorno poi trova una macchina fotografica nella metropolitana di Parigi e da lì comincia a interessarsi alla fotografia “pur non sapendo di essere un fotografo o un artista, il mio intento era solo quello di condividere”. Nel 2005 scoppiano le rivolte nelle banlieue e quel momento diventa decisivo nel trovare e identificare la sua vocazione artistica. Abbiamo detto non un artista impegnato, ma sicuramente un artista vicino e partecipe ai luoghi e ai momenti più critici in giro per il mondo. Dal confine tra Messico e USA, dove Trump voleva costruire un muro, all’Ucraina nel mezzo della guerra, passando per le favelas brasiliane e il confine tra Israele e Palestina.
JR racconta che questa è solo una parte del suo lavoro: l’altra consiste nell’esposizione e nell’incontro con le persone “altrimenti il mio lavoro rimane effimero, ripreso su internet e nei cataloghi che ognuno guarda in solitaria”. Ecco che allora l’esposizione anima e dà senso alle opere grazie alle interpretazioni e al coinvolgimento delle persone.
Molto originale è anche la sua concezione di arte in relazione alla società: può l’arte cambiare il mondo? No. La risposta è spiazzante ma motivata: JR racconta di quando il Sindaco di Parigi lo denunciò quando aveva 18 anni e realizzava graffiti. Passano 20 anni e il cambio d’opinione è radicale ora quello stesso Sindaco riconosce e stima la sua arte. Un cambiamento c’è stato anche tra i detenuti di un carcere di massima sicurezza californiano, coinvolti in un progetto artistico con JR: vivere, realizzare e dare significato all’arte ha cambiato visibilmente quei detenuti.
“Non si può cambiare il mondo, ma parte del mondo, alcune persone, sì”. Se vogliamo, una testimonianza di quanto l’arte debba incontrare da vicino le persone per essere un’esperienza di valore.
Gallerie d’Italia si conferma un’eccellenza per Torino e si veste delle gigantografie di JR.
La mostra è visitabile da domani fino al 16 luglio, i dettagli a questa pagina.