Il silenzio è d’oro
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E noi, purtroppo in comune con tanti altri, lo infrangiamo.
Angelo Burzi si è tolto la vita nel giorno della vigilia di Natale, lasciando alcune lettere ai famigliari più stretti e agli amici più vicini.
Al momento non è dato conoscere il contenuto di quelle lettere, nonostante i molti rumors. Penso sia meglio così.
Burzi, Consigliere Regionale in più di una legislatura, era stato da poco condannato dalla Corte D’Appello a tre anni di reclusione per il processo legato ai rimborsi dei gruppi consiliari.
Tutti sappiamo, tutti abbiamo letto e commentato.
Chi scrive conosceva Angelo Burzi: una conoscenza legata al lavoro svolto presso il Consiglio Regionale del Piemonte.
Entrare nel merito di una tale vicenda sarebbe ingiusto, ma una cosa la si può dire. La si deve dire. È del tutto insensato che un cittadino debba attendere per anni ed anni una sentenza, una qualunque sentenza.
La Legge ha condannato Burzi giudicandolo colpevole, e la Legge è Legge.
Possiamo dire però che è passato troppo tempo? Possiamo dire che un cittadino, innocente o colpevole, abbia il diritto di essere giudicato in tempi normali senza che questo passi per un giudizio politico sull’operato della Magistratura?
Speriamo di sì.