Hepf: la spugna che genera acqua
Un team di ricercatori, guidato da Despina Fragouli del gruppo Smart Materials dell’Istituto Italiano di Tecnologia, ha creato una spugna multistrato contenente grafite espansa in grado di rendere potabile l’acqua di mare e di recuperare acqua dall’umidità dell’aria grazie all’energia solare.
Il lavoro, pubblicato sulla rivista scientifica internazionale “Acs Applied Materials & Interfaces”, dell’Istituto Italiano di Tecnologia potrebbe rappresentare una soluzione a basso costo alla carenza globale di acqua dolce.
La spugna, chiamata Hepf, superleggera e galleggiante, rientra nella categoria dei materiali fototermici, che si riscaldano grazie alla luce solare. Hepf riesce ad assorbire grandi quantità di acqua, che recupera grazie all’evaporazione. Inoltre, può essere usata per cicli multipli di idratazione/disidratazione e un solo grammo di spugna può raccogliere fino a circa 2 grammi di acqua in un ciclo.
Il nuovo materiale riesce anche a recuperare acqua potabile a partire dall’umidità dell’aria e dall’acqua di mare, rimuovendo il 99,99% dei sali, e potrebbe permettere di realizzare dispositivi portatili per il recupero di acqua potabile in zone remote o in zone colpite da disastri naturali, senza bisogno di alcuna fonte energetica aggiuntiva per funzionare oltre al calore del sole.
Hepf, spiega l’Istituto, può trovare le sue principali applicazioni nei paesi aridi in prossimità di specchi di acqua salata o nelle imbarcazioni come metodo di emergenza in caso di carenza d’acqua dolce, oppure ancora nei territori caratterizzati da elevata umidità ma con scarsa disponibilità di acqua potabile a causa di eventi catastrofici o contaminazioni.
Il team di ricerca sta lavorando per mettere a punto metodi ancora più economici, rendendo così possibile la fabbricazione su larga scala di questo tipo di materiale e per espandere il suo campo di utilizzo nel recupero e nella potabilizzazione di acque reflue provenienti da scarichi industriali o domestici.