Golden Hour – FEBBRAIO 2023, seconda parte

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Il quattro febbraio Innuendo dei Queen ha compiuto 32 anni: risale infatti al 1991 la pubblicazione dell’album, il quattordicesimo della band e l’ultimo prima della morte di Freddie Mercury. Avvenuta nel novembre dello stesso anno, fu causata da una broncopolmonite che, unita alle gravi condizioni pregresse dovute all’AIDS, risultò fatale al cantante. Mercury rivelò pubblicamente di aver contratto il virus solo poche ore prima di spegnersi, dopo aver tenuto – a lungo e faticosamente – la cosa segreta a stampa, fan e persino amici e (alcuni) colleghi:
“the time has come now for my friends and fans around the world to know the truth“,
citando le dichiarazioni rilasciate al Los Angeles Times in data 24 novembre 1991.
La vicenda è rimasta ad oggi un’importante e drammatica pietra miliare nella costruzione di una maggiore consapevolezza nei confronti della malattia, una delle tante tappe di quel complicato percorso volto allo smantellamento dello stigma legato all’AIDS; in memoria di Freddie e della sua lotta contro il virus è anche nata un’associazione, il cosiddetto Mercury Phoenix Trust, ente fondato da Brian May, Roger Taylor e Jim Beach (manager e avvocato dei Queen) che – ad oggi – ha devoluto oltre 17 milioni di sterline per la ricerca e, in generale, la lotta contro AIDS/HIV.
Tornando al disco, Innuendo consta di dodici brani, tra cui la celeberrima The Show Must Go On, che chiude l’album: sarebbe “comodo” pensare ad un immediato autobiografismo, ma gran parte della paternità del pezzo va in realtà riconosciuta a Brian May, che comunque ne scrisse il testo traendo ispirazione dai patimenti dell’ultimo periodo di vita di Freddie:
Inside my heart is breaking, my makeup may be flaking, but my smile, still, stays on
(Dentro di me, il mio cuore si sta spezzando, il mio trucco potrebbe anche essere sbavato, ma il mio sorriso rimane ancora)
Come è facile intuire, i processi di lavorazione e pubblicazione del disco furono complicati ed allungati dalla malattia del frontman, il quale, però, reagì coraggiosamente, mostrandosi particolarmente resiliente nonostante le forti sofferenze che – nel corso degli anni – lo segnarono sempre più nel corpo, così come nello spirito. May stesso ha raccontato di un Freddie completamente esausto, che faticava persino a camminare, ma che comunque non permise mai alla malattia di privarlo della sua musica, alla quale continuò a dare tutto sé stesso, “lacerando completamente” (questa l’espressione usata dal chitarrista) la parte finale delle voci del suddetto pezzo:
“He went in and killed it, completely lacerated that vocal”.
La copertina del disco è stata realizzata dal gruppo in collaborazione con Richard Gray, ispirandosi all’illustrazione “Il giocoliere degli universi”, dell’artista francese del XIX secolo Jean-Ignace-Isidore Gérard, anche noto come Grandville.
Innuendo ha riscosso un buon successo tra critica e fan e, oltre agli svariati dischi d’oro e di platino (due in Italia), nel 2006 è stato posizionato al novantaquattresimo posto in una classifica stilata a seguito di un’indagine BBC, relativa ai migliori album di sempre. Nel 2011, infine, è stata pubblicata una versione rimasterizzata del disco.
DiStagione
Prima delle novità del mese appena trascorso, due parole su alcune prossime uscite cui vale la pena almeno accennare. Cominciamo da Travis Scott: Sylvia Rhone, presidente dell’etichetta discografica del rapper di Houston (Epic Records), ha infatti annunciato che il nuovo, attesissimo album di Travis (Utopia) uscirà a giugno 2023. È inoltre prossima la release di un’edizione deluxe (con ben 10 brani inediti) di SOS, il secondo album in studio di SZA pubblicato nel dicembre 2022, con ottimo riscontro di pubblico. Continuiamo a parlare di repack con i Daft Punk: a due anni dalla scissione, il duo francese ha annunciato una versione speciale di Random Access Memories, prevista per il 12 maggio di quest’anno (il decimo compleanno del disco). Si è infine creato un discreto hype – più o meno fondato – attorno ad alcuni artisti: Kid Cudi ha esplicitamente annunciato l’uscita di alcuni singoli in estate e di un album nel prossimo autunno, mentre Frank Ocean continua a far parlare di sé in maniera più “misteriosa”; la speranza dei fan è riposta in una possibile (?) sorpresa legata al suo ruolo di headliner per il festival Coachella 2023 (Indio, California, dal 14 al 23 aprile).
Cominciamo con la seleção di alcune delle novità di febbraio; nonostante Let’s Start Here di Lil Yachty sia in realtà uscito l’ultimo venerdì di gennaio, mi sembrava sbagliato “lasciarlo fuori”: il rapper di quella celebre XXL Freshmen con 21 Savage, Denzel Curry, Lil Uzi Vert e Kodak Black (di ormai oltre sei anni fa), di Broccoli (2016), ma anche della più recente Poland (2022), ha lasciato tutti a bocca aperta con un album con sonorità decisamente diverse, insolite per l’artista e ben lontane dalle aspettative. Una svolta quasi psichedelica – tra chitarre elettriche, synth e batteria acustica fortemente saturati, che mi (e non solo a me – ho riscontrato una simile impressione in molti) hanno fatto spesso pensare a Tame Impala; sono presenti anche coinvolgenti episodi dal sapore funky, come running out of time e drive ME crazy!. L’artista ha presentato il disco con la seguente dichiarazione: “I really wanted to be taken seriously as an artist, not just some SoundCloud rapper or some mumble rapper”; indipendentemente che si tratti di una excusatio – personalmente – non petita, volta a “legittimarsi” in quanto artista (come le parole di Lil Boat sembrano suggerire, sempre che esistano generi di musica più “artisticamente degni” di altri – io non credo), Let’s Start Here costituisce un album indubbiamente interessante e degno di ascolto.
Come anticipato nel numero di dicembre, Lana Del Rey si sta preparando ormai da qualche mese all’uscita del suo nono album in studio, Did You Know That There’s a Tunnel Under Ocean Blvd, prevista per il mese venturo: lo step successivo alla pubblicazione del brano omonimo (avvenuta, appunto, a dicembre) è stato A&W, il secondo singolo del disco, pubblicato – crudelmente – in data 14 febbraio. Un brano lungo, con tematiche cupe tanto quanto le sonorità, che mutano profondamente nel corso del pezzo: l’accompagnamento – inizialmente composto da chitarra e pianoforte, cui segue una “svolta elettrica” fatta di synth bass, 808 e suoni di batteria elettronica – costituisce lo sfondo di una storia fatta di relazioni complicate (amorose e non, c’è anche un riferimento al rapporto con la madre), sesso e standard di bellezza irrealistici; per riassumere citando Lana stessa, the experience of bein’ an American Whore.
Buone nuove anche per i Gorillaz: il fittizio quartetto (come sappiamo, in realtà “orchestrato” dal duo Damon Albarn – Jamie Hewlett) ha fatto uscire Cracker Island venerdì 24, con correlata edizione deluxe pubblicata appena tre giorni dopo. Il percorso verso l’ottavo album dei Gorillaz è cominciato approssimativamente a distanza di un anno dall’uscita del loro Meanwhile EP, con la pubblicazione di Cracker Island (il singolo) nel giugno ’22, realizzato in collaborazione con Thundercat; il bassista è solo uno dei membri dell’equipaggio che ha accompagnato i Gorillaz nel “viaggio” verso Cracker Island: nella lista troviamo anche Steve Nicks, Adeleye Omotayo, Tame Impala, Bootie Brown, Bad Bunny, Beck, Del The Funky Homosapien, MC Bin Laden, De La Soul, Dawn Penn e Dom Dolla.
Cambiamo genere con Lizzo, che ha pubblicato due remix della sua Special: uscito per la prima volta a luglio 2022 nell’omonimo album, il pezzo è ora disponibile anche featuring SZA ed in una speciale versione nightcore, popolare genere musicale che prevede l’accelerazione del tempo metronomico originale dei brani.
Rimaniamo nell’ambito dei remix con Stormzy; dopo la reinterpretazione da parte del complesso britannico FLO (uscita a gennaio), Hide & Seek torna ad essere “rielaborata”: gli autori del remix, stavolta, sono Rema – cantante nigeriano classe 2000 – ed i producer Finito & Niphkeys, che ci propongono una nuova, freschissima versione dal sapore afrobeat del singolo di Stormzy.
Allo stesso genere può essere ricondotta anche una delle novità selezionate tra gli artisti italiani: si tratta di Ricordi, il nuovo singolo di Epoque feat Ernia. L’artista torinese di origini congolesi alterna inglese, italiano e francese, cantando con una voce che non può lasciare indifferenti: il suo tono caldo si sposa perfettamente alle sonorità R&B e – appunto – afrobeat del pezzo, il tutto accompagnato da un’ottima performance di Ernia, in gran forma.
Per quanto riguarda l’ambito hip-hop/rap, le release di spessore sono state parecchie: tra le nuove uscite di Yeat (AftërLyfe), Key Glock (con Glockoma 2), Don Toliver (Love Sick) e Logic (College Park, di cui mi ha particolarmente colpito Paradise II, in collaborazione con Norah Jones), gli appassionati hanno solo l’imbarazzo della scelta.
Degna di nota anche la “Expanded Edition” di Strictly 4 My N.*.*.*.*.Z., il secondo album in studio di 2Pac. Pubblicata in occasione dei 30 anni del disco, la repack presenta quattro remix (ho particolarmente apprezzato quello di Papa’z Song) e due brani meno conosciuti e risalenti allo stesso ’93, qui “antologizzati”: Flex (con gli Outlawz) e Let’s Get It On (con Heavy D, Notorius B.I.G., Grand Puba, Spunk Bigga e, ovviamente, Pac).
Torniamo in Italia: come anticipato nello scorso numero, Lil Kvneki ha pubblicato CRESCENDO, il suo primo album da solista realizzato insieme ai The American Boyfriends. Concludiamo in maniera simile a come abbiamo iniziato (mi riferisco a Lil Yachty), con un artista partito da SoundCloud e dal rap, cui è poi seguita la deriva indie del “periodo PSICOLOGI” (comunque non finito, come annunciato da parte di entrambi i membri del duo), seguito poi da qualcosa di ancora diverso: CRESCENDO costituisce infatti un ulteriore, notevole cambiamento verso sonorità nuove per il giovane cantautore romano. Durante l’ascolto si percepiscono le influenze e gli ascolti che hanno ispirato Alessio nella messa a punto della sua ultima fatica, tra cui troviamo – come ha dichiarato l’artista stesso in un’intervista su Rockit – Fabrizio De Andrè, I Cani, Luigi Tenco, i Megadeth, i Motorhead e gli Strokes; le parti di chitarra, così come l’impostazione, l’uso ed il trattamento della voce in Domani (il nono pezzo in scaletta, realizzato in collaborazione con VillaBanks) sono, a mio avviso, alcune tra le sintomatiche testimonianze della “frequentazione” dell’ultima, suddetta band da parte di Kvneki. Ho poi apprezzato particolarmente Tempo sprecato con Franco126, Lunedì con Drast (collaborazione che tranquillizza e rincuora i fan degli PSICOLOGI) e Umore a spirale, un bel pezzo dal ritmo lento e trascinato, con elaborate frasi di synth cui viene dato abbondante spazio: quasi metà del brano è infatti completamente strumentale, una scelta interessante che dice parecchio sui nuovi orizzonti musicali ricercati da Alessio Lil Kvneki Aresu.
Golden Hour Gems
Apprezzo particolarmente scrivere questa specifica parte della rubrica: nonostante sia costantemente alla ricerca di stimoli, artisti e, in generale, nuova musica (ma anche di perle o must che – mea culpa – mi sono perso e che poi recupero con un po’ di ritardo e senza dirlo troppo in giro), questa playlist costituisce sicuramente un valido aiuto contro quella pigrizia che a volte mi/ci rinchiude in una turris eburnea di ascolti ricorrenti.
Per quanto riguarda la selezione di questo mese, ciascuno degli artisti scelti è stato per me una novità ed una piacevole scoperta (eccezion fatta per Tom Misch, che conoscevo già): in particolare, Luidji mi ha conquistato, tanto da meritarsi la prima posizione nella mia classifica dei più ascoltati delle ultime quattro settimane; la sua Vent d’hiver è, per la nostra Golden Hour Gems, “come il cacio sui maccheroni”. Tramonti a parte, poi, consiglio vivamente l’ascolto di tutto Tristesse Business: Saison 1, l’album contenente il brano selezionato.
Molto interessanti anche gli altri pick del mese; mentre ascoltate Say So, date un’occhiata ai canali social ed al profilo Spotify di Nadine El Roubi: si tratta di un’artista del Sudan con un EP (Triplicity, 2022) ed alcuni singoli (di cui uno, New Era, pubblicato il mese scorso) all’attivo, che ha ottenuto un discreto riscontro di pubblico, soprattutto con la sua Honey Butter. Nadine è stata anche apprezzata da alcuni “grandi”: SZA, infatti, le ha dedicato una lusinghiera Instagram story, a cui l’artista sudanese ha risposto con (comprensibilmente) emozionata gratitudine: “Shaking. Crying. Hyperventilating uncontrollably” – potete biasimarla?
Al prossimo numero!