Fuoco e nuvole nere
La nuvola nera che ieri molti torinesi [e non] hanno potuto vedere dalle immagini che i social ci hanno restituito da Beinasco non vanno colte come presagio di sventura ma per quello che sono: il risultato dell’ennesimo incendio che ha devastato uno dei tanto depositi di plastiche e rifiuti sparsi sul territorio nazionale.
Non possiamo interpretare come semplice casualità un avvenimento che nel corso degli ultimi anni si è ripetuto con una certa regolarità.
A prescindere da quanto accerterà la magistratura, episodi di questo genere non vanno né sottovalutati né dimenticati in fretta, soprattutto tenendo conto del fatto che Torino è una città già di per sé inquinatissima.
Quella nuvola nera non fa altro che accrescere un dato, quello che riguarda la qualità dell’aria di Torino, semplicemente inaccettabile.
Dobbiamo quindi preoccuparci dell’impatto ambientale dell’incendio, soprattutto a causa delle sostanze sprigionate dalle materie plastiche andate in fumo.
In questo senso il comandante provinciale dei vigili del fuoco ha detto che si sta verificando se le esalazioni possono essere tossiche o pericolose per la salute.
Possiamo dire che qualunque sia l’esito di questi controlli i nostri polmoni non ne trarranno grande giovamento.
Nell’attesa dei primi risultati da parte dell’Arpa, l’Agenzia regionale per l’ambiente, intervenuta sul posto per verificare l’eventuale presenza di sostanze tossiche, il sindaco di Beinasco Daniel Cannati ha invitato gli abitanti ad indossare le mascherine all’aperto, a tenere le finestre chiuse per precauzione.
Se volessimo trovare qualcosa di buono in tutto questo potremmo dire che almeno la raccomandazione sulle mascherine non ci troverà impreparati…