Euro 2020: Italia, merito dei parastinchi?
Bernardeschi ha regalato i parastinchi a tutta la Nazionale Italiana.
Accessorio molto caro ai calciatori, indispensabile ma anche, in alcuni casi, portafortuna!
Enrico Campari, classe 1967, fondatore della Campari World srl, ha confezionato, su richiesta di Bernardeschi, i parastinchi in fibra di carbonio monoscocca personalizzati che vengono utilizzati dai campioni della selezione italiana in campo in questi giorni per le partite del Campionato Europeo di Calcio. Campari non è un nome nuovo nel panorama dei produttori tecnici altamente specializzati: le sue realizzazioni, infatti, sono già stati indossate da calciatori che hanno vinto Campionati del Mondo, Europei, Olimpiadi, Champions League, UEFA Cup, scudetti e Palloni d’Oro. Tra i grandi nomi che hanno indossato le protezioni prodotte dalla sua azienda spiccano quelli di Messi, Cristiano Ronaldo, Neymar, Ibrahimovic, Eto’o, Gerrard, Lampard, Gervinho, Tevez.
Incontrarlo nella sua azienda significa entrare in un luogo ricco di storia, passione e, ovviamente, calchi anatomici. Ci racconta Enrico: “Nel gennaio del 1989 la Ferrari mi ha assunto. Iniziai come meccanico addetto al cambio della F40 per poi passare, due mesi dopo, al reparto corse F1 come aiuto meccanico. Nel 1993 ho fondato la Campari Compositi per Campioni s.a.s. e dal 2001 sono diventato fornitore del reparto corse Ferrari. Per la scuderia realizzo gli accessori usati nel paddock: dalle attrezzature per il box alle valigie per il trasporto, dai particolari per il sistema di sollevamento vettura per cambio gomme alle attrezzature per lo smontaggio del cambio. Tutto in carbonio, per questioni di peso e immagine.
Un mattino del 1994, alla radio, sentii che i parastinchi per calciatori sarebbero diventati obbligatori. Con la fibra di carbonio ed il Kevlar avrei potuto realizzarli più resistenti e leggeri ed anche anatomici. Cominciai a proporre la novità al Parma Calcio, allora tra le squadre più forti della scena italiana. Iniziai nel campionato 1994-95 e il primo ad acquistare i miei parastinchi fu il capitano Lorenzo Minotti, seguito dall’attaccante Marco Branca. Poco alla volta, conquistai l’intera squadra.
Fabio Cannavaro mi diede modo di dimostrare il valore di ciò che realizzavo. “Non li senti nemmeno ma quando qualcuno ti falcia ringrazi Dio di averli sotto i calzettoni”, dicevano i giocatori nel passaparola. Assecondai pure le loro vanità e le loro superstizioni, personalizzando le protezioni con disegni, grafiche e icone religiose. Presto, alla rete di vendita nazionale se ne affiancò una per i mercati esteri: Francia, Spagna, Inghilterra, Belgio, Olanda, Russia, Slovacchia, Ungheria, Romania, Svezia e Giappone.”
Enrico prosegue raccontandoci di un suo orgoglio: “Dal 2014 ho iniziato ad interessarmi agli atleti disabili e così ho progettato e costruito una pedana in fibra di carbonio per la scherma in carrozzina. La pedana è già stata certificata dalla Federazione Italiana Scherma. Ho realizzato anche diversi ausili e tutori anatomici per sci, canoa, calcio, ciclismo, nuoto. L’ambizione è quella di dar vita ad un’engineering altamente specializzata per la progettazione e realizzazione di accessori customizzati in fibra di carbonio e Kevlar per atleti paralimpici“.
Grazie Campari, grazie Bernardeschi e alla prossima vittoria: forza Azzurri!