Ël Drapò a deuv vive
Drapò ‘d Piemont
a svanta al vent
l’eterna arsorsa
dla nòstra gent.
Così inizia il nuovo (e primo) inno del Piemonte, scritto e composto in occasione dei 600 anni dalla nascita della bandiera piemontese.
“Dopo quattro anni di lavoro con le proloco e le associazioni del territorio, possiamo lasciare qualcosa ai piemontesi che verranno dopo di noi” così dichiara Stefano Allasia Presidente del Consiglio Regionale che oggi ha presentato ufficialmente l’inno, riconosciuto come patrimonio culturale delle otto province e dei 1.180 comuni piemontesi.
Grazie ai versi di due poesie dello scrittore Camillo Brero, e alla melodia composta dal maestro Fulvio Creux, i cittadini piemontesi possono unirsi alle altre sei regioni che hanno già un inno ufficiale (Friuli-Venezia Giulia, la Lombardia, le Marche, la Sardegna, la Sicilia e la Valle d’Aosta). Parole in dialetto e musica che segue due ritmi diversi, quasi a ricordare alternando picchi e momenti solenni, il profilo delle montagne che si stagliano sull’orizzonte della regione e le sue pianure e dolci colline.
Un inno bello? Non basta. L’inno d’Italia non è il più bello ma crea un senso di appartenenza, è facile da memorizzare ed è ‘furbo’ per la breve durata e le forti emozioni che evoca. Molti canti tradizionali piemontesi sono stati candidati per diventare l’inno, ma sono troppo nostalgici per celebrare un sentimento che invece è solenne e carico di sano orgoglio.
L’inno è stato eseguito al termine della conferenza stampa.
Drapò ‘d Piemont
a svanta al vent
l’eterna arsorsa
dla nòstra gent…
Dzora ‘l cel ross ëd glòria
che an parla con la vos
dla nòstra stòria
– sota al lambel
la candia cros
a slarga ai quatr canton ëd l’infinì
ij brass glorios che an forgeran l’anvì.
Drapò ‘d Piemont
a svanta al vent
l’eterna arsorsa
dla nòstra gent…
Për Piemont e për l’Euròpa,
gent dla pian-a e gent dij brich,
soma a l’erta, ardì sla piòta
con l’ardor dij Gai antich.
Drapò ‘d Piemont
a svanta al vent
l’eterna arsorsa
dla nòstra gent…