Da gennaio divieto di produzione di nuove pellicce
Con l’approvazione della legge di bilancio, da gennaio 2022 l’Italia compierà un grande passo avanti nella sostenibilità della moda e dei capi di abbigliamento: infatti il provvedimento a firma della senatrice Loredana de Petris (Liberi e Uguali) entrerà in vigore per vietare l’allevamento e l’uccisione di animali per ricavarne pellicce, soprattutto volpi e visoni.
Una vittoria per tutte le associazioni che da anni si battono per la tutela degli animali, LAV per prima, ma anche una misura necessaria data dalla diffusione del coronavirus negli allevamenti di visoni che aveva portato all’abbattimento di 30.000 capi.
Prima dell’Italia, altri paesi avevano già preso provvedimenti in questa direzione: Regno Unito, Svizzera, Austria, Slovenia, Repubblica di Macedonia, Croazia, Lussemburgo, Repubblica Ceca e Serbia, a cui si aggiungeranno nel 2022 Germania e Irlanda.
Gli animali ancora in cattività saranno sterilizzati e fino al 30 giugno 2022 potranno essere mantenuti negli allevamenti; da luglio verranno però ceduti a strutture autorizzate e gestite da associazioni animaliste riconosciute. Le indicazioni per questo passaggio saranno decise entro la fine di gennaio 2022 in un decreto dei ministeri della Transizione Ecologica, dell’Agricoltura e della Salute.
Agli allevamenti, invece, saranno concessi indennizzi economici del 30% del fatturato dell’ultimo ciclo produttivo, oltre che un contributo per la demolizione dei fabbricati o per la loro riconversione.
In Italia verranno coinvolti 5 allevamenti di visoni ancora attivi, distribuiti tra Lombardia, Emilia-Romagna e Abruzzo. Certo, numeri ridotti rispetto a quelli di altri paesi come Russia e Cina, ma dopo anni di battaglie, ora anche l’Italia ha optato per una scelta virtuosa e sostenibile.