Da domani stop alla plastica monouso
Da domani, 14 gennaio, anche in Italia come nel resto d’Europa entrerà in vigore la Direttiva antiplastica Sup (single use plastics) che vieta alcuni prodotti in plastica monouso, non biodegradabile e non compostabile. In Italia scadono infatti i 45 giorni dalla pubblicazione del decreto che recepisce la direttiva Sup 904/2019.
Il primo obiettivo è quello della salvaguardia dell’ambiente limitando la dispersione delle plastiche monouso: basti pensare che questi prodotti, secondo le stime, ad oggi costituiscono circa il 50% di tutti i rifiuti dispersi sulle spiagge europee.
Previste anche delle sanzioni come chiarisce l’articolo 14 del decreto: “Salvo che il fatto costituisca reato, l’immissione sul mercato o la messa a disposizione di prodotti in violazione di quanto disposto all’articolo 5, comma 1 è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da 2.500 euro a 25.000 euro. La medesima sanzione si applica nei casi di immissione sul mercato o di messa a disposizione di prodotti che presentano caratteristiche difformi da quelle indicate dall’articolo 6, comma 1 o privi dei requisiti di marcatura di cui all’articolo 7, commi 1 e 2. La sanzione è aumentata fino al doppio del massimo in caso di immissione di un quantitativo di prodotti del valore superiore al 10 per cento del fatturato del trasgressore”.
L’elenco dei prodotti banditi comprende naturalmente piatti, posate e bicchieri in plastica, ma anche cotton fioc, cannucce, contenitori di bevande e cibo in polistirene espanso, alcuni attrezzi da pesca e i bastoncini dei palloncini. Sarà inoltre vietata la vendita di contenitori e altri articoli realizzati in polistirene espanso e di alcuni attrezza da pesca contenenti plastica. Come premesso, il divieto non si applica ai prodotti biodegradabili e compostabili con percentuali di materia prima rinnovabile uguali o superiori al 40% e, dal 1° gennaio 2024, superiori almeno al 60%, come indicato dall’art. 5 del decreto legislativo 196/2021 che attua la direttiva Ue 2019/904.
La notizia dell’applicazione della norma non arriva a sorpresa: infatti la direttiva era stata approvata già lo scorso 3 luglio e il mondo industriale ha avuto questi mesi di tempo per convertirsi e smaltire le giacenze. Il mercato italiano del comparto Sup valeva un miliardo di euro di fatturato, 30 aziende e 3 mila dipendenti.
Viene invece rimandata al 2023 la cosiddetta ‘plastic tax’ che avrebbe previsto l’istituzione di un’imposta sul consumo dei manufatti con singolo impiego (MACSI) da 45 centesimi al chilogrammo. In sostanza, una tassazione su quegli imballaggi in plastica per contenere, proteggere o distribuire prodotti senza un loro successivo riutilizzo.
Dal momento che la plastica, per le sue caratteristiche, trova un larghissimo impiego (e lo troverà ancora in futuro), la tassa punta a disincentivare l’utilizzo di plastica vergine a favore di un maggiore utilizzo di plastica riciclabile e riciclata, per lo sviluppo di un’economia circolare.