“Chiare, fresche et dolci (poche) acque”
Negli ultimi due anni le testate giornalistiche, le “chiacchiere da bar” e in generale le menti di tutti noi sono state particolarmente focalizzate sull’emergenza pandemica. Nessuno di noi aveva mai vissuto niente del genere, il che ha portato molti ad accantonare diversi (grossi) problemi, come polvere sotto al tappeto. Il conto da pagare però è arrivato, ed è particolarmente salato.
Espressioni come “mai a questi livelli”, “record” e “razionamento dell’acqua” in questi giorni troneggiano sulle testate giornalistiche. Una preoccupante siccità sta colpendo lo stivale con ingenti danni, tra le altre cose, per le coltivazioni. Confagricultura ha infatti stimato oltre un miliardo di euro di danni solo in Piemonte. Le regioni sono corse ai ripari con varie misure, della cui efficacia non si è però certi; il comune di Bologna ha diffuso un decalogo “anti-spreco”, mentre a Milano il sindaco Sala ha disposto la chiusura delle fontane decorative.
Uno tra gli esempi del complesso quadro è fornito dal fiume Po. Grazie alle piogge degli ultimi giorni la portata sembrerebbe essere leggermente migliorata, ma la situazione resta molto grave. Il cuneo salino (il livello fino a cui il mare risale nel delta del fiume) è infatti in costante avanzamento. Al momento è situato a 30 chilometri circa (approssimativamente dieci giorni fa era a 21).
Lo stato delle cose nella nostra regione è preoccupante, complici anche le roventi temperature di questi giorni. Il tutto ha mobilitato le attiviste e gli attivisti di Extinction Rebellion Torino (clicca per il post relativo sulla pagina ufficiale del movimento): nella mattinata di martedì 28 giugno, con lo slogan “siccità è crisi climatica”, alcuni giovani hanno intrapreso un’azione di protesta di fronte alla sede della Regione. Il tutto si è ripetuto, più o meno con le stesse modalità (i giovani si sono incollati alle porte d’ingresso e sdraiati per terra di fronte all’entrata), nella mattinata di venerdì 1 luglio, con una nuova mobilitazione. Anche il commento di Fridays For Future Torino non si è fatto attendere (clicca qui): “se continueremo a ignorare la crisi climatica questo sarà solo l’inizio”, citando il loro post in merito.
Per avere un sguardo più chiaro sul preoccupante stato delle cose abbiamo intervistato Stefano Ditella, consulente comunale di Avigliana (assessore alle politiche ambientali, aree verdi, assetto idrogeologico e mobilità sostenibile), studente di geologia ed attivista di FFF Val Susa.
Stefano, qual è il quadro della situazione, in Piemonte e in Italia?
“Il quadro della situazione al Nord Italia è grave e in particolare in Piemonte è drammatico. Dopo un inverno eccezionalmente caldo e secco (con 111 giorni consecutivi senza precipitazioni) e una primavera con temperature medie superiori di 2-4°C rispetto alla media stagionale, oggi vediamo gli effetti dei cambiamenti climatici sotto i nostri occhi: per l’assenza di neve in quota, i nostri fiumi sono in secca e pozzi e sorgenti sono rimasti senz’acqua. Per fare un esempio, il Po è tre metri al di sotto del suo livello medio stagionale e ha subito cali di portata fino al 94%. E siamo solo a inizio luglio, l’estate è ancora lunga”.
Molte Regioni e Comuni hanno preso provvedimenti e/o diffuso norme di comportamento in risposta alla corrente crisi: quali sono le vostre opinioni in merito? Potrebbero effettivamente costituire una risposta efficace?
“Centinaia di comuni in Piemonte (oltre che in altre regioni) stanno iniziando a razionare l’acqua, cosa mai accaduta a queste latitudini, che ci fa capire quanto sia grave. Si tratta di misure necessarie per evitare sprechi d’acqua, ma dobbiamo tenere a mente che si tratta di palliativi e senza misure strutturali a lungo termine saremo spacciati. Nel nostro paese le perdite d’acqua lungo la rete di distribuzione ammontano al 42%, una percentuale altissima. È necessario investire nell’efficientamento della rete, progettare nuovi piccoli invasi distribuiti sul territorio e incentivare l’installazione di meccanismi per il recupero ed il riuso dell’acqua piovana. E poi chiaramente bisognerebbe agire alla radice, diminuendo drasticamente le emissioni di CO2 per fare in modo che la pioggia non sia sempre più violenta e concentrata in pochi giorni dell’anno, con lunghi periodi di siccità”.
Ci elenchi comportanti virtuosi che potremmo adottare, così da costituire un miglioramento nel nostro piccolo?
“Nel piccolo ognuno di noi può adottare scelte consapevoli per un risparmio d’acqua, dal preferire docce brevi al bagno nella vasca alle lavatrici a pieno carico, ma ricordiamoci che le scelte che riguardano i consumi d’acqua indiretti incidono molto di più. Pensiamo ad esempio all’alimentazione: per produrre 1kg di carne bovina sono necessari 15.000 litri d’acqua, quantità che di solito consumiamo in due mesi. Un discorso analogo vale per l’industria della moda, se pensiamo che la produzione di una maglietta richiede circa 2.700 litri d’acqua. È quindi chiaro che bisogna anche ridurre drasticamente il consumo di carne e latticini, oltre che limitare fortemente gli acquisti di abiti, durante tutto l’anno”.
Ci sarà uno strike o degli interventi/eventi dedicati a questa emergenza?
“Le prossime settimane saranno cruciali per la siccità e, dal momento che le misure messe in atto dalla Regione si sono finora rivelate insufficienti, ci mobilieteremo. Dal 25 al 29 luglio avrà luogo a Torino il meeting europeo degli attivisti di Fridays For Future, affiancato dal Climate Social Camp, un campeggio climatico coorganizzato da più realtà che si battono per la giustizia climatica e sociale. Sarà un’occasione unica per unire realtà, collettivi e persone che non accettano l’indifferenza dei governi davanti a una situazione così drammatica. Mostreremo a tutti che l’attuale siccità è solo uno degli effetti della crisi climatica, che sta già colpendo con forza i paesi meno responsabili di questa. Il tempo dell’azione è ora, perché non possiamo più tergiversare”.
Il consiglio è dunque quello di seguire i comportamenti promossi da Stefano ed informarsi il più possibile. La consapevolezza è il primo passo nel lungo cammino del cambiamento.