Biova Project: contro lo spreco alimentare

 Biova Project: contro lo spreco alimentare

Ogni anno in Europa 931 milioni di tonnellate di cibo vengono gettate. Al di là dello spreco, questi “rifiuti  non rifiuti” creano un danno ambientale (il cibo sprecato è causa del 10% delle emissioni di gas) ed economico (gli sprechi alimentari ci costano 1,2 trilioni di euro l’anno).

Esistono già applicazioni che permettono ai commercianti di vendere a costi competitivi l’invenduto della giornata. Ma quello proposto da Biova Project è un modello diverso: nata nel 2019 a Torino, è diventata in breve la più nota startup italiana di economia circolare legata al food & beverage. Fondata da Franco Dipietro ed Emanuela Barbano, la startup si basa sul recupero e trasformazione di invenduti e sottoprodotti della filiera agroalimentare italiana in prodotti dal nuovo valore aggiunto, valorizzando quello che per altri è uno scarto in una nuova risorsa. La startup, infatti, prende accordi con player della grande distribuzione e produzione per recuperare, stoccare e trasformare cibo invenduto, o non più commercializzabile per motivi estetici, in nuovi prodotti dall’alto valore aggiunto.

I punti vendita sul territorio italiano sono di indubbio livello: COOP Nord Ovest, Carrefour, Eataly, Ikea Italia, Capatoast, Getir, Cortilia, Riso Gallo, Pasta Berruto, Consorzio Prosciutto di Parma e tanti altri.

“Noi ridiamo vita agli alimenti inutilizzati trasformando gli scarti in nuove materie prime con cui creare birre, snack e altro” spiega Franco Dipietro, Ceo di BIOVA Project

Biova Project è ad oggi sinonimo della più completa gamma di “birre contro lo spreco”: da 150Kg di pane invenduto, ad esempio, vengono prodotti 2.500 litri di birra artigianale risparmiando fino al 30% di materie prime vergini. Nel 2022 la startup ha anche lanciato Ri-Snack, uno snack salato fatto a partire del sottoprodotto della birrificazione, il malto d’orzo esausto, già utilizzato nella creazione della loro gamma di birre, e riutilizzato una seconda volta per creare uno spuntino croccante e dal gusto irresistibile.

Il successo della filiera e dei prodotti creati, ha spinto i fondatori ad avviare una campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd. L’obiettivo minimo di raccolta di 400 mila euro sarà utilizzato per espandere la propria capacità di recuperare invenduti, tramite la creazione di unità denominate Surplus Treatment Unit, veri e propri centri di stoccaggio e trasformazione dei surplus alimentari in nuove materie prime. «Questo aumento di capitale servirà anche a finanziare un’importante campagna di marketing per ampliare ulteriormente la notorietà del brand e, contemporaneamente, ampliare la nostra rete di vendita e il team interno. Lo scopo è essere sempre più capillari e presenti sul mercato». Ha spiegato Franco Dipietro.

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Sara Levrini