Aneddoti dai quartieri di Torino

 Aneddoti dai quartieri di Torino

Torino è da sempre famosa per essere la città magica. Fuori dai confini cittadini, però si conoscono solo alcune peculiarità: la squadra di calcio, la Mole Antonelliana, il Museo Egizio e il legame con l’esoterismo.

Io stessa quando so che qualcuno viene in visita nella mia città, chiedendo come si siano trovati, mi sento rispondere che si percepisce “qualcosa”. Semplice suggestione?

È un dato di fatto che viviamo in una città molto particolare. Dall’atmosfera elegante del centro, quasi austera in alcuni angoli, si passa al degrado di alcune periferie. Torino è una vecchia signora vestita con abiti eleganti e ingioiellata per le grandi occasioni, che talvolta dimentica le buone maniere e il galateo. Sicuramente una città che vale la pena visitare.

Di Torino la giornalista Dembech scrive come il capoluogo piemontese sia attraversato da misteriose energie ordinatamente incanalate lungo precisi percorsi scanditi da monumenti zeppi di simboli esoterici. Torino sarebbe addirittura uno dei vertici del triangolo della magia bianca assieme alle città di Praga e Lione, e al tempo parteciperebbe al triangolo della magia nera con Londra e San Francisco.

Oggi vi raccontiamo due luoghi simbolo, entrambi facilmente raggiungibili trovandosi in centro città.

Via Bonelli e la casa del boia

Via Bonelli è un vicolo corto che si trova tra via Bellezia e via delle Orfane, nel cuore del quadrilatero romano, oggi una delle zone conosciute per la movida e per i locali, ma al tempo stesso con palazzi molto curati.

Il civico 2 è un palazzo di cinque piani, ed è proprio li che viveva Pietro Pantoni, meglio conosciuto come l’ultimo boia. Si dice avesse la casa più pulita di Torino in quanto la moglie evitava di uscire di casa per non esser bersaglio di occhiatacce e malelingue, trascorrendo quindi il suo tempo a lustrare l’appartamento.

Nonostante il lavoro del Pantoni fosse svolto con cura, e come veniva ricordato ai condannati stessi “non per odio, ma per dovere” pare che quell’uomo avesse una vita sociale disastrosa, tanto che il fornaio lo serviva porgendogli la pagnotta al contrario, con la parte rigonfia rovesciata all’ingiù; ancora oggi esiste nella tradizione torinese un tipo di pagnotta cotta alla rovescia, chiamata appunto “pan del boia”.

La Chiesa della Misericordia

Nel centro storico di Torino troviamo via della Misericordia: con la sua chiesa omonima, ribattezzata dai torinesi come “la chiesa degli impiccati”.

Nel ’600 coloro che erano sospettati di delitto, ma non solo, venivano condannati ad una rapida impiccagione. La Confraternita della Misericordia aveva il compito di prendersi cura dei condannati nelle loro ultime ore in vita: l’assassino veniva svegliato all’alba, gli veniva rimembrato che quella sarebbe stata l’ultima volta in cui avrebbe visto il sole sorgere, veniva raggiunto da un confessore per “sgravarlo” dai peccati commessi, e infine gli veniva offerto il “bicchierino di conforto”.

Da li, sarebbe arrivato il boia che aveva il compito di portare a termine la condanna. Una piccola processione di uomini incappucciati accompagnava il condannato per via Garibaldi (all’epoca chiamata via Dora Grossa) con tanto di rintocchi lugubri di campane. Al fianco del condannato camminava un confratello munito di croce.

Terminata l’esecuzione, il rito di sepoltura era molto rapido e senza particolari clamori: il cadavere veniva disposto in una cisterna che ancora oggi si trova sotto la chiesa della Misericordia.

Volete altri aneddoti su Torino, la sua storia ed il suo famoso esoterismo?

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Sara Sonnessa