Andrea Scarpa: il ring e la consolle

 Andrea Scarpa: il ring e la consolle

Entrerà nella storia del pugilato, questo è certo.
Con un curriculum da dieci e lode, Andrea Scarpa è il pugile su cui ora sono puntati tutti i riflettori degli appassionati di boxe, degli addetti stampa e dei fortunati sponsor che prenderanno parte alla manifestazione di questo sabato, “RING THE BELL”, dove il campione mondiale si contenderà il titolo internazionale Mediterraneo IBF, sfidando l’atleta di Ladispoli, Cristian Malvitano.
Ironico, umile ed ambizioso, Scarpa divide la sua vita tra guantoni e consolle: infatti, oltre a una brillante carriera sportiva, suona e produce musica elettronica riscuotendo parecchio successo tra chi lo segue da anni.

Una passione dall’infanzia verso gli sport da combattimento, uno zio pugile che racconta la vita da ring: così comincia la storia d’amore di Andrea con la boxe, che a soli 14 anni muove i “primi pugni” facendosi immediatamente notare.

Dice di se di esser stato un adolescente irrequieto: la boxe lo ha tenuto in palestra e lontano da guai, in palestra si sfogava. A 16 anni vince un torneo regionale, in quel contesto il pubblico in delirio urla dalla platea “Scarpa Sugar Ray”, e da li quello diventa il suo soprannome.
Nato a Foggia, cresciuto a Torino, città a cui deve tutto: qui ha trovato diverse opportunità, gli amici, il lavoro e la possibilità di emergere.

Ai suoi albori ed ancora giovanissimo, incontra Marco Calandretti e ne diventa presto il pupillo: ancora oggi Andrea si allena alla Kombat Sport di Moncalieri, palestra dove è cresciuto e, metaforicamente, fiorito.
Sei anni fa, dopo un viaggio ad Ibiza, si mette al lavoro anche in ambito musicale: dopo anni di passione a livello amatoriale, il dancefloor diventa la sua seconda casa (la prima è ovviamente la palestra) e comincia a calcare le scene in discoteche importanti, produce pezzi ed EP (l’ultimo è Lost Soul Dreamer, contenente 5 brani tra cui “Under the sea”).

Ma la musica non lo ha minimamente distratto dallo sport: Scarpa ad oggi ha vinto la cintura mondiale Silver WBC, quella Intercontinentale IBF e per ben 5 volte quella da campione italiano.
Nato a Foggia, classe 1987, il 3 giugno spegnerà 36 candeline, eppure ha ancora la grinta di quando ha cominciato. E pochi peli sulla lingua, schietto ed onesto, tra i suoi mille impegni ha trovato comunque il tempo di rispondere ad alcune delle nostre curiosità.

Rompiamo il ghiaccio con una domanda insolita: in questi 22 anni di carriera, ricordi quale sia stato il pugno che ti ha fatto più male?
Indimenticabile: ero a Londra, alla Wembley arena, di fronte a oltre 20mila persone, stavo difendendo il titolo mondiale. Presi un pugno in faccia alla quarta ripresa, mi ha “rimbambito” sino alla decima, per una settimana ho mangiato malissimo!

Credi che il tuo sport sia valorizzato a dovere in Italia?
No, anzi. Dai salari degli atleti alla diffusione mediatica, siamo ancora una categoria che è vista come sport secondaria. Probabilmente avremmo maggiore bisogno di coinvolgimento da parte della Federazione e dei managers.

Suoni musica elettronica: e con gli altri generi, più d’ascolto, che rapporto c’è?
La Musica mi ha aiutato in diversi periodi della mia vita.Mi ha aiutato a superare fasi difficili. Mi piacciono molto idoli italiani come Battisti, Battiato e Rino Gaetano. E come stranieri, i Beatles e gli Oasis. Però quando mi alleno, sto in silenzio, non ascolto nulla. Mi piace star solamente con me stesso.

Ti saresti mai immaginato di fare un percorso sportivo simile?
Si, sinceramente. Io sognavo ed ambivo a diventare Campione del Mondo.

Ci sono altri sport che segui per passione?
Lo Sport mi piace tutto, a 360 gradi, credo fermamente nella sua utilità per corpo e mente; tuttavia dati i miei moltissimi impegni a casa la televisione viene accesa solo per addormentarmi.

In diverse interviste rilasciate in questi anni si puo’ percepire che dai alla famiglia un valore molto alto.I tuoi ti hanno sostenuto nel tuo cammino?
Mia madre (scomparsa lo scorso settembre) era la mia fan numero Uno. L’ho sempre definita “il mio Faro nella notte”.

Cosa consigli ad un giovane che vuole intraprendere la carriera da pugile?
Di farlo assolutamente perché la Boxe regala emozioni e disciplina importanti nella crescita: ma è fondamentale scegliere la palestra giusta, perché altrimenti rischia di farsi solo male o di imparare una “Boxe sbagliata”, scorretta. Da noi vengono ad esempio donne e uomini di tutte le età, bambini, adolescenti, dilettanti ed amatori: è un ambiente per tutti.

E se invece volesse fare il deejay?
Di prenderla con leggerezza, il mondo della notte è “pazzerello”!

Come ti immagini tra dieci anni?
Non riesco a proiettarmi da qui a dieci anni: ho una vita piena di impegni e cosi imprevedibile!

Auguriamo un grande in bocca al lupo ad Andrea per sabato sera!
Non che ne abbia bisogno, lui.

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Sara Sonnessa