A Torino nasce il primo Campus Diffuso in Italia
Fra i settori più colpiti dalla pandemia, insieme a cultura e ristorazione, c’è sicuramente uno dei pilastri fondamentali sui quali si regge una società: l’educazione. Dalle scuole primarie fino alla formazione post-laurea non c’è ambito che non sia stato coinvolto in una delle crisi più gravi dal dopo guerra ad oggi. La scuola e le aule universitarie si sono svuotate durante questo ultimo lungo anno. Sono venuti meno i momenti di confronto, socialità, condivisione e conoscenza. Tutto questo è stato sostituito da una superficie piatta, da codici, password, telecamere, dal vuoto di stanze uguali, tutti i giorni. Ciò si è tradotto in un aumento dell’isolamento sociale, scarsa attenzione e motivazione, attacchi di panico, stress, senso di alienazione. Solitudine, tanta solitudine.
Progetti come Campus Diffuso a Torino segnano un’importante rinascita: rappresentano la fiducia nel domani, l’ingrediente primario della formazione. Grazie ad un protocollo d’intesa fra Città di Torino, Edisu Piemonte, Politecnico e gli atenei della città, nascono nuovi spazi dedicati a studenti e studentesse, in pieno rispetto delle normative anti-Covid. Si contano circa 2300 posti di studio, con wi-fi gratuito, prese di corrente, punti di ristoro accessibili, postazioni e librerie. Un progetto partito nel 2019 che sta conoscendo sempre più successo e adesione. Sono molti i centri che stanno sottoscrivendo il programma come Case del Quartiere, Circoli Arci e spazi della Diocesi di Torino. Campus Diffuso è il primo programma in Italia di spazialità diffusa, verso un modello di campus universitario a cielo aperto. Torino si conferma ancora una volta una città universitaria, che vive fra le pagine dei libri di studenti e studentesse. Non c’è educazione senza domani e il domani non si può confinare in una stanza, davanti ad uno schermo e una telecamera.