17 maggio, la Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia

 17 maggio, la Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia

Saper dire basta alla violenza verso le persone con orientamenti sessuali diversi dal proprio. Questo è il compito (enorme) della società del nuovo millennio. Oggi, martedì 17 maggio, nella Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia ci rendiamo conto di quanto sia difficile anche solo confrontarsi su questi temi. Sì perché le cronache nazionali ed internazionali vengono – purtroppo – riempite ancora da articoli di ragazze e ragazzi picchiati ed insultati perché omossessuali, trans o lesbiche. Dall’Italia passando per la Gran Bretagna, le storie che leggiamo fanno letteralmente rabbrividire.

Proprio per questo anche TOradio si unisce alle parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e dice stop alla violenza. “Occorre educare a una cultura della non discriminazione, per costruire una comunità che metta al bando ogni forma di prevaricazione radicata nel rifiuto delle differenze”, ha spiegato Mattarella. “Il rispetto dei diritti di ogni persona, l’uguaglianza fra tutti i cittadini, sancita dalla nostra Costituzione e dagli ordinamenti internazionali che abbiamo fatto nostri, non sono derogabili”.

Parole sagge e condivisibili, eppure l’Italia è tra le poche nazioni a non avere ancora una legge ad hoc per la violenza contro l’orientamento sessuale e l’identità di genere: se pensiamo che la Norvegia presentò la prima legge nel 1981 e dal 2020 ha incluso per i reati d’odio anche le persone transgender e i bisessuali, mentre la Francia nel 2003, ci rendiamo conto di quanto siamo indietro. La speranza viene riposta nelle nuove generazioni, le quali hanno dimostrato solidarietà e responsabilità, per citare nuovamente il discorso di Sergio Mattarella, riempiendo piazze e teatri per abbattere i pregiudizi dell’intolleranza e smuovere l’opinione pubblica.

Il 17 maggio del 1990 l’Organizzazione mondiale della Sanità eliminava l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Da allora grossi passi in avanti, nel bel Paese, non sono stati fatti. Oggettivamente, abbiamo ancora paura del diverso, di un colore che non sia bianco o nero. Pensiamo di essere in grado di sapere cos’è l’amore e per questo dettiamo leggi e condizioni. Ignoriamo lo stato d’animo e la storia del prossimo, sottovalutando di fatto l’arma più potente che abbiamo a disposizione: il nostro cuore. Ci spaventa sapere che l’amore è un arcobaleno capace di renderci uguali e diversi allo stesso tempo, in grado di farci emozionare e piangere, ridere ed arrabbiare.

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Andrea Musacchio